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dai GIORNALI di OGGI

Il governatore di BankItalia: "G20, allarghiamo il Financial Stability Forum"

Draghi: "Crisi, ora misure aggressive"

Nell'Fsf entrano nuovi Paesi, dalla Cina alla Spagna. "Occorre dare una forte priorità al credito"

DOSSIER. Dagli Osservatori regionali a quello nazionale alla fine tutto affluirà sul tavolo di Tremonti Così il Tesoro vuole controllare il credito a imprese e famiglie

Confindustria: un'impresa

su 10 fa fatica ad accedere al credito

2009-03-13

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal Sito Internet della BANCA D'ITALIA

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CORRIERE della SERA

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2009-03-13

Il governatore di BankItalia: "G20, allarghiamo il Financial Stability Forum"

Draghi: "Crisi, ora misure aggressive"

Nell'Fsf entrano nuovi Paesi, dalla Cina alla Spagna. "Occorre dare una forte priorità al credito"

DAL NOSTRO INVIATO Stefania Tamburello

Mario Draghi (Lapresse)

Mario Draghi (Lapresse)

LONDRA - Cina, India, Russia, Brasile e ancora Corea, Messico, Argentina, Arabia, Indonesia, Sudafrica, Turchia e Commissione europea. Il Financial stability forum, l'organismo internazionale presieduto dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, ha deciso di allargare la sua rappresentanza. Ed è diventato una sorta di G20 tecnico con in più la Spagna che fa così l'ingresso ufficiale nel gruppo allargato dei Paesi più ricchi. Un allargamento necessario visto che, come dice Draghi al termine della riunione del Fsf che si è svolta giovedì a Londra, "le persistenti debolezze" nel sistema finanziario e nell'economia reale, sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti, continuano a richiedere l'adozione di "misure aggressive e coerenti". Anche se "le politiche monetarie e fiscali adottate finora hanno fornito uno stimolo macroeconomico sostanziale".

Fra le misure da adottare per Draghi non c'è quella di aumentare i livelli minimi di capitalizzazione delle banche, afferma, perché si aumenterebbe la pressione sulle banche e si comprimerebbe ancora di più la capacità di dare credito all'economia che, pur se diversa da Paese a Paese, resta sempre "una priorità". Al G20 che inizia venerdì Draghi, oltre a fare il punto della situazione delle cose fatte, annuncerà nuove proposte. In particolare sulle regole per porre un freno alle retribuzioni dei manager: il principio, spiega, "è assicurare l'effettiva gestione delle retribuzioni allineando i compensi all'assunzione prudente dei rischi, e l'efficace supervisione". In quest'ottica, dice, gli azionisti devono essere direttamente coinvolti. Il governatore si sofferma anche sulla crisi dei Paesi dell'Europa centrale per dire che "non hanno tutti lo stesso livello di rischio: è un errore metterli in un unico blocco".

Draghi parla come presidente del Fsf e non fa riferimento all'Italia. Ma è tutta italiana la circolare da lui inviata nei giorni scorsi ai responsabili delle filiali regionali per dire loro come comportarsi di fronte alle richieste di dati da parte dei prefetti, che entro la fine del mese metteranno in piedi appositi osservatori sull'andamento del credito bancario alle imprese. "Piena collaborazione" scrive Draghi avvertendo però che la Banca d'Italia potrà trasmettere "solo i dati aggregati" a livello territoriale e non quelli specifici di ogni banca. Perché su quelli esiste il segreto d'ufficio legato ai compiti di vigilanza che appunto svolge l'istituto di via Nazionale. Tale posizione, conclude la circolare, "è stata portata a conoscenza del ministero dell'Economia, con il quale è in corso un confronto sulle modalità del monitoraggio".

Al G20 che inizia venerdì sera a Brighton, Draghi parteciperà come presidente dell'Fsf e come governatore della Banca d'Italia al fianco del ministro dell'Economia. Tremonti è arrivato a Londra giovedì sera per partecipare a una cena su invito personale del premier Gordon Brown al numero 10 di Downing Street, residenza ufficiale del primo ministro britannico. Venerdì in mattinata è previsto un incontro con lo stesso Brown e col presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick sul finanziamento del sistema sanitario.

13 marzo 2009

REPUBBLICA

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2009-03-13

Bankitalia: i dati sui prestiti li raccogliamo noi. Nuove difficoltà

per la trattativa in corso tra governo e Abi sui bond per il credito

Draghi dice no a Tremonti

"Niente prefetti nelle banche"

di ROBERTO PETRINI

Draghi dice no a Tremonti "Niente prefetti nelle banche"

ROMA - Il governatore della Banca d'Italia Draghi dice "no" ai Prefetti nelle banche e si mette in rotta di collisione con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. In una circolare alle proprie filiali locali, Via Nazionale spiega che i nuovi Osservatori, varati da Tesoro e Interni, non potranno rivolgersi direttamente alle banche per ottenere cifre disaggregate sui prestiti concessi dai singoli istituti: insomma il quadro dei fidi erogati da ogni singola banca resta una prerogativa dell'autorità di vigilanza. "La richiesta - dice Bankitalia che si appella alla legge - non appare giustificata". Via Nazionale mette invece a disposizione delle Prefetture i dati elaborati trimestralmente dalle filiali regionali della Banca centrale e, su richiesta, altre informazione statistiche, ovvero "dati aggregati a livello territoriale". Il tutto, per trasparenza - sottolinea Bankitalia - sarà anche pubblicato su Internet.

L'intervento di Bankitalia ha gelato il governo. Con la disposizione di Via Nazionale si ostacola una delle funzioni base degli Osservatori coordinati dai Prefetti, cioè quella di raccogliere informazioni sul credito direttamente dalle banche per avere un quadro diretto delle "criticità" del mercato, risolvere controversie sull'erogazione dei fidi ed eventualmente intervenire con una sorta di moral suasion.

Maretta anche dalle parti dell'Abi: secondo quanto riferito ieri pomeriggio, le trattative sui Tremonti bond si sarebbero arenate e sul tavolo avrebbe influito il nuovo ruolo affidato ai Prefetti. Contrarie anche le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che parlano di scelta "confusa e arbitraria". Mentre la Confindustria reitera l'allarme: il 10 per cento delle imprese, dice, è in difficoltà per carenza di credito.

Ieri mattina il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è tornato sull'argomento ribadendo l'intenzione del governo di andare avanti anche se con toni concilianti: gli Osservatori, ha detto, avranno il compito di "evitare che la stretta creditizia possa mettere in difficoltà le imprese". Saranno quindi uno "stimolo alle banche perché non allentino il credito". Il Prefetto, ha proseguito Maroni, dovrà valutare se c'è una "ingiustificata azione restrittiva da parte delle banche". "Non verrà imposto nulla a nessuno, ma in una situazione anomala - ha concluso - l'Osservatorio interverrà chiedendo giustificazioni alla banca". Maroni ha anche aggiunto che il Prefetto avrà a fianco "esperti e tecnici della Banca d'Italia e del ministero dell'Economia". In realtà la presenza di tecnici di Banca d'Italia non era prevista nel piano degli Osservatori e la sortita di Maroni sembrerebbe un tentativo di smorzare i toni dello scontro.

I Prefetti, intanto, si sono messi al lavoro: promettono di applicare le nuove disposizioni con discrezione. "Useremo il buon senso", ha detto il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. "Controlleremo che non ci sia ostracismo o ostilità da parte delle banche", ha dichiarato il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.

(13 marzo 2009)

 

 

 

 

DOSSIER. Dagli Osservatori regionali a quello nazionale

alla fine tutto affluirà sul tavolo di Tremonti

Così il Tesoro vuole controllare

il credito a imprese e famiglie

Così il Tesoro vuole controllare il credito a imprese e famiglie

ROMA - Una casella e-mail in Prefettura per raccogliere "istanze e reclami" di imprenditori e famiglie che si ritengano danneggiati o discriminati dalle banche. Un mega-tavolo, coordinato dal Prefetto, con le rappresentanze locali di Abi, Confindustria, sindacati, commercianti e artigiani. Un Osservatorio nazionale presso il ministero dell'Economia.

L'operazione "Prefetti di ferro" contro il razionamento del credito annunciata mercoledì in una conferenza stampa congiunta al Viminale dai ministri dell'Economia, Giulio Tremonti, e degli Interni, Roberto Maroni, sta partendo e i 103 rappresentanti dello Stato sul territorio si sono già messi al lavoro, a 20 di loro toccherà il compito di organizzare i nuovi Osservatori.

Come funzionerà l'operazione del governo che già trova critiche da parte di Bankitalia, delle associazioni dei consumatori e delle stesse banche? Gli Osservatori per il "monitoraggio dell'economia tramite il sistema bancario" saranno dislocati in ciascun capoluogo di Regione e faranno tutti riferimento ad un Osservatorio nazionale che coordinerò l'intera rete locale.

Il ruolo degli Osservatori (costituiti da rappresentati dell'Abi, di Confindustria e delle varie associazioni di categoria), secondo il documento distribuito ai Prefetti, sarà quello di "luoghi di risoluzione di controversie e di monitoraggio delle specifiche criticità che emergono a livello locale sulla base di istanze presentate dalle imprese". In pratica un intervento "persuasivo" sulle banche nel caso che decidano di tagliare i finanziamenti a clienti ritenuti, a torto o a ragione, troppo rischiosi.

Gli Osservatori regionali si riuniranno ogni tre mesi in sede plenaria e mensilmente sulla base di specifici ordini del giorno. Dopo ogni riunione il Prefetto invierà all'Osservatorio nazionale un "report" descrivendo le situazioni critiche di comparti o categorie produttive, illustrando la dinamica dei flussi di credito, avanzando proposte. Sarà a livello nazionale che si interverrà con una sorta di moral suasion sull'Abi e sui singoli istituti. In altre parole, se un'associazione locale, come gli orafi o i calzaturieri, denuncia una situazione di ristrettezza del credito e possibili risvolti sociali, la questione viene posta all'ordine del giorno tentando di trovare una soluzione con metodi concertativi.

I Prefetti avranno anche a disposizione una casella di posta elettronica, con un modulo on-line, predisposto per raccogliere "istanze e reclami" in modo riservato di singoli casi: a nessuno piace infatti far sapere al tessuto economico locale le difficoltà in cui versa la propria impresa. Gli imprenditori o i cittadini che si "ritengono danneggiati nelle condizioni di erogazione del credito" (si può anche ipotizzare l'esempio di un cliente che ha contratto un mutuo per la casa) possono rivolgersi al Prefetto evitando di esporre pubblicamente la propria situazione. Il Prefetto - prevedono le linee guida - esamina l'istanza, scrive alla banca a livello regionale o nazionale (cioè ad una istanza gerarchica superiore) perorando una soluzione e entro un "tempo congruo" la banca fornisce una risposta al cliente e ne informa il Prefetto. Funzionerà? Al ministero del Tesoro pensano di sì e avanzano l'esperienza francese: in cinque mesi tre quarti delle controversie sono state risolte a favore del cliente.

(13 marzo 2009)

L'UNITA'

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2009-03-13

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-03-13

Draghi: "Crisi della finanza,

necessarie risposte aggressive"

12 marzo 2009

Prefetti controllori del credito,

Banca d'Italia detta le regole

Confindustria, un'impresa su 10 fatica ad accedere al credito

Le debolezze perduranti nei sistemi finanziari, nell'economia reale, nelle economie avanzate e in quelle emergenti "continuano a rendere necessarie misure e risposte aggressive e coerenti": lo ha detto a Londra il governatore della Banca d'Italia e presidente del Forum per la stabilità finanziaria (Fsf) Mario Draghi. Le banche sotto stress non devono aumentare i requisiti minimi di capitale globale, ha indicato inoltre Draghi.

Fanno parte del Fsf le autorità nazionali e le istanze di supervisione internazionale più la Bce, banche centrali, ministeri dell'economia. A questo proposito il Governatore ha anche annunciato che 11 nuovi Stati membri - ovvero i paesi del G-20 che ancora non sono nel Fsf - parteciperanno al Forum per la stabilità finanziaria: si tratta di Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Corea del Sud, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e Turchia. Parteciperanno come invitati anche Spagna e Commissione Ue.

Il Forum presenterà nei prossimi giorni una serie di rapporti con i quali farà il punto sull'attuazione delle raccomandazioni dell'anno scorso per un corretto funzionamento dei mercati finanziari. I documenti saranno consegnati all'imminente G-20, che resta l'organismo politico di riferimento del Forum.

Fsf e Fondo Monetario Internazionale si sono anche impegnati a presentare un documento congiunto sugli "early warning" alla prossima riunione di primavera del Fmi a Washington. Lo ha detto lo stesso Draghi. Il punto difficile da valutare, ha riconosciuto lo stesso Draghi, è se dire o meno l'area in cui si dovrebbe eventualmente manifestare una crisi. "Il documento - ha spiegato il governatore di Bankitalia - deve essere fatto con accortezza, altrimenti non serve a niente. Non deve nascondere, deve essere chiaro, preciso. Dopodiché ci sono situazioni che vanno valutate attentamente, occorre essere cauti su questo".

In tema di aree in crisi "non abbiamo discusso l'esposizione delle nostre banche rispetto ai Paesi dell'Est Europa - ha poi aggiunto Draghi - . I Paesi dell'Europa centrale non hanno lo stesso livello di rischio. Alcuni sono rischiosi, altri meno rischiosi".

12 marzo 2009

 

 

 

Prefetti controllori del credito,

Banca d'Italia detta le regole

12 marzo 2009

Tremonti: "Il Governo non lascerà indietro nessuno"

Confindustria: un'impresa su 10 fa fatica ad accedere al credito

Berlusconi ai banchieri: "Aiutate le imprese"

Il credito stringe le Pmi. Investimenti congelati

Gli Osservatori sul credito istituiti presso le prefetture non possono rivolgersi direttamente alle banche né ottenere cifre disaggregate sui prestiti concessi dai singoli istituti. Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha fissato i paletti - scrive l'agenzia Agi - sulla misura contenuta nel decreto anti-crisi varato dal Governo a fine 2008. Saranno le Filiali di via Nazionale "a corrispondere alle esigenze informative delle Prefetture fornendo dati aggregati a livello territoriale e per settore di controparte".

In un messaggio inviato ieri a tutti i responsabili locali di via Nazionale, l'inquilino di Palazzo Koch rivela che sulla questione è stata avviata una discussione con il ministro Giulio Tremonti: "La posizione dell'Istituto", si legge nel documento, "è stata portata a conoscenza del Ministero dell'Economia e delle Finanze, con il quale è in corso un confronto sulle modalità del monitoraggio sul finanziamento dell'economia, con riferimento anche al ruolo degli istituendi osservatori presso le Prefetture".

Draghi fa sapere che nei giorni scorsi le direzioni di alcune filiali di via Nazionale "sono state invitate a partecipare, presso le locali Prefetture, a incontri aventi a oggetto l'andamento delle relazioni di credito del sistema bancario con le imprese e le famiglie". Durante alcune di queste riunioni, spiega il governatore, "sono stati diffusi prospetti finalizzati a raccogliere direttamente dalle banche i dati e le informazioni concernenti il volume dei prestiti erogati dai singoli intermediari. In altri casi le Prefetture hanno richiesto direttamente alle Filiali" di Bankitalia "informazioni e valutazioni sull'andamento del credito a livello locale".

Il governatore non ha dubbi: sulla base della legge "una richiesta diretta di dati disaggregati alle banche non appare giustificata". Saranno invece le Filiali di via Nazionale a gestire la trasmissione delle cifre e dovranno farlo "sulla base di linee guida che verranno predisposte" dal Servizio statistiche economiche di Palazzo Koch.

Nell'attesa, a tutte le Prefetture provinciali che ne faranno richiesta potranno essere forniti, "trimestralmente e per i quattro trimestri più recenti" i seguenti dati regionali: "Tassi di crescita sui dodici del mesi del credito (corretti per le cartolarizzazioni), distintamente per famiglie e imprese; i dati delle imprese avrebbero anche il dettaglio settoriale (manifatturiero, costruzioni e servizi) e dimensionale (imprese fino a 20 addetti e imprese oltre 20 addetti); tassi di ingresso in sofferenza (calcolati come media degli ultimi quattro trimestri disponibili) per famiglie e imprese; tassi di crescita della raccolta bancaria da clientela ordinaria; numero di banche operanti e di sportelli bancari; tassi di interesse sui prestiti a breve e medio-lungo termine; tassi di interesse sui depositi in conto corrente".

Alle Prefetture che lo richiedessero potranno essere fornite, in aggiunta, anche "le seguenti informazioni provinciali, per i quattro trimestri più recenti disponibili: tassi di crescita sui dodici mesi del credito (corretti per le cartolarizzazioni) distintamente per famiglie e imprese; tassi di ingresso in sofferenza distintamente per famiglie e imprese (calcolati come media degli ultimi quattro trimestri disponibili); tassi di crescita della raccolta bancaria da clientela ordinaria; numero di banche operanti e di sportelli bancari".

Le informazioni, prosegue Draghi, "saranno corredate di una breve nota di commento (di lunghezza inferiore a una pagina e di formato standardizzato) predisposta per ciascuna regione". Cifre e nota esplicativa "saranno elaborati e redatti dai Nuclei regionali per la Ricerca Economica e dagli Osservatori economici regionali, sulla base di linee guida predisposte dal Servizio Sse, al fine di assicurare coerenza con i dati riportati nelle pubblicazioni regionali. La revisione dei documenti sarà curata dalla Divisione Analisi territoriali del Servizio Sse con il supporto dei Nre stessi". E per assicurare la massima trasparenza, conclude il governatore, l'intero materiale sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca.

12 marzo 2009

 

 

 

 

 

Confindustria: un'impresa

su 10 fa fatica ad accedere al credito

12 marzo 2009

Il credito stringe le Pmi. Investimenti congelati

GRAFICI / L'andamento dei prestiti

Sicilia/alimentare - "Il problema non è il costo"

Lombardia/editoria - "Così perdiamo il mercato"

La stretta sul credito mette in crisi l'attività delle imprese italiane: una su dieci ha difficoltà a ottenere finanziamenti. E' la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria che nella "Congiuntura flash" avverte: "La carenza di credito ostacola l'attività del 9,9% delle imprese italiane".

A gennaio i prestiti alle imprese sono saliti dello 0,2% su dicembre (al netto della stagionalità). Ma la crescita tendenziale (anno su anno) - fa sapere il CsC - ha rallentato al 6,4% dal 6,8% di dicembre e dal 12,8% del gennaio 2008. La qualità del credito nel nostro paese comunque, rimane buona. A dicembre 2008 infatti le sofferenze bancarie relative alle imprese, infatti, erano pari a 36,3 miliardi (3,8% dei prestiti). In calo rispetto al 4,8% di inizio 2007. Tuttavia, con la crisi, aumenta il rischio insolvenza e il tasso di decadimento (cioè il rapporto tra nuove sofferenze e il totale dei prestiti non in sofferenza all'inizio del periodo). Il dato infatti è salito a 0,31%, rispetto allo scorso trimestre e dello 0,24% rispetto a marzo 2007.

Riguardo invece ai tassi pagati dalle imprese, si registra un calo. Gli interessi sono passati dal 5,8% di ottobre all'attuale 3,8%. Anche se per le piccole imprese il tasso è mediamente più alto (anche se sceso a 4,6% dal 6,5% di ottobre).

12 marzo 2009

 

 

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2009-02-01

 

http://www.avvenire.it

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

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2009-02-01

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

http://www.ilgiornale.it/

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

 

 

 

 

 

 

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http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

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http://www.wallstreetitalia.com/

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2009-02-01

http://www.panorama.it/

http://espresso.repubblica.it/

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

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2008-10-31

 

 

 

 

 

 

 

 

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Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro

 

ISTAT

http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/prodind/20090210_00/

Indice della produzione industriale

Periodo di riferimento: Dicembre 2008

Diffuso il: 10 febbraio 2009

Prossimo comunicato: 18 marzo 2009

Nel mese di dicembre 2008, sulla base degli elementi finora disponibili,l'indice della produzione industriale con base 2000=100 è risultato pari a 75,6 con una diminuzione del 12,2 per cento rispetto a dicembre 2007, allorché risultò uguale a 86,1. Nella media dell’intero anno 2008 l’indice ha presentato una diminuzione del 4,3 per cento. L'indice della produzione corretto per i giorni lavorativi ha registrato in dicembre una diminuzione tendenziale del 14,3 per cento (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di dicembre 2007),mentre nella media del 2008 il medesimo indice ha segnato un calo del 4,3 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2007 (i giorni lavorativi sono stati 253 come nel 2007). L'indice della produzione industriale destagionalizzato è risultato pari a 84,9 con una diminuzione del 2,5 per cento rispetto a novembre 2008.

Si segnala che a partire dalla pubblicazione dei dati relativi al gennaio 2009 inizierà la diffusione dei nuovi indici della produzione industriale,espressi in base 2005 e calcolati utilizzando la nuova classificazione delle attività economiche ATECO 2007 (omologo italiano della NACE rev.2 europea). Contestualmente si procederà alla ricostruzione delle serie stori-che retrospettive che saranno rese disponibili nella banca dati ConIstat.

E’ da notare che il passaggio alla base di riferimento 2005 e alla NACE rev.2 per gli indicatori congiunturali avverrà in corrispondenza del dato di gennaio 2009 in tutti i paesi dell’Unione europea.

 

Ulteriori dati sono disponibili sulla banca dati CONISTAT